
Albergo in vendita a Ercolano

"Villa Signorini" si trova al confine tra i comuni di Portici e di Ercolano lungo la Via Roma che
anticamente conduceva dal corso principale, il famoso Miglio d'Oro, al mare.
L'edificio settecentesco è circondato su tre lati da un ampio giardino, tra i pochi delle ville vesuviane
ad essere giunto fino a noi intatto, diviso in tre parti: una centrale, propriamente decorativa e sfondo
ideale del manufatto, e due laterali, che erano le antiche pertinenze agricole della villa, come
testimoniano le fonti notarili.
La villa ha miracolosamente conservato le sue prerogative ambientali: alle spalle il suo giardino
confina con il bosco di Portici, mentre sul davanti lo sguardo può spaziare fino all'orizzonte sugli
scavi di Ercolano, superando l'area vincolata che ricopre la "Villa dei Papiri"; a valle si abbraccia
con lo sguardo l'intero golfo di Napoli, da Punta Campanella a Capo Posillipo; a monte il panorama è
sovrastato dal Vesuvio e dalla Reggia di Portici.
Le indagini storiche sull'edificio sono state rese complesse dal fatto che, a causa dell'esenzione fiscale
che si estendeva da Napoli fino ai centri prossimi a Portici, non vi era catasto (questo privilegio venne
abolito nel 1877 dallo stato unitario).
In assenza di fonti documentarie certe strumento fondamentale è stato lo studio della documentazione
cartografica del duca di Noja e di quella del Geri, nelle quali compare la Villa e che costituiscono,
quindi, il termine ante quem per la sua edificazione (la metà del XVIII sec.).
Anche l'attribuzione non è certa: essa è stilisticamente attribuibile all' architetto Domenico Antonio
Vaccaro.
Il primo proprietario della villa fu Don Andrea Alfano; durante il decennio francese, precisamente nel
1809, la proprietà passò a Giovanbattista Cirelli e successivamente a Luigi Gaetani dell'Aquila
d'Aragona e ai suoi figli.
Nel 1884 il cespite viene venduto a Carlo Brancia principe d'Apricerna; alla sua morte i suoi beni
passano alla moglie ed ai suoi figli che nel 1911 vende villa e terreno circostante a Paolo Signorini, il
titolare di quella che diventerà la più importante industria agroalimentare del mezzogiorno.
Fu proprio Paolo Signorini, trasformando la proprietà in abitazione, a determinare le maggiori
modifiche come le due rampe di scale che collegano la terrazza del piano nobile con il giardino e che
bene si ambientano con il ridente gusto rococò imperante.
Paolo Signorini morì all'inizio degli anni sessanta lasciando ai suoi eredi l'edificio che fu abitato fino
al novembre del 1980 quando, a causa di un forte terremoto, il piano nobile venne evacuato e
rimasero occupati i soli locali al piano terra; il giardino era invece già da anni interamente occupato
da un vivaista che lo utilizzava per la produzione e la Vendita.
Il terremoto non determinò, fortunatamente, grossi danni statici all'edificio, perlomeno non tanti
quanti ne determinò l'abbandono durato un decennio: imponenti infiltrazioni d'acqua provenienti dal
tetto danneggiarono infatti pesantemente la decorazione dei soffitti del piano nobile.
All'inizio di questo decennio la proprietà venne alienata dagli eredi Signorini e dopo i lavori di
restauro e secoli di gelosa chiusura al pubblico, la società che attualmente gestisce la villa ne ha fatto
uno splendido Hotel, tra i più noti del Miglio d'Oro, nonché una struttura di uso pubblico per
manifestazioni culturali e di spettacolo, feste e cerimonie.
DESCRIZIONE SINTETICA DELLA VILLA:
La villa ha una tipologia a corte e un impianto planimetrico quasi quadrato. I documenti cartografici
prima richiamati consentono di rilevare ad origine una vistosa asimmetria nel lato a valle dell'edificio.
L'ingresso principale è costituito da un elegante portale bugnato in piperno da cui si dipartono
mensoloni a voluta della stessa pietra che reggono il balcone soprastante. Modanature in stucco di
gusto rococò caratterizzano i balconi del piano nobile e le finestre del piano terra. La facciata sulla
Via Roma è caratterizzata da due logge di angolo che erano in origine scoperte e che hanno una
caratteristica balaustra traforata che ritroviamo sulla terrazza postica del piano nobile. Dal portone
sulla strada, attraverso l'androne, il cortile, un secondo androne sulla facciata postica consente alla
prospettiva di spaziare oltre l'edificio sul verde, sulla fontana della Leda col cigno, fulcro della
composizione del giardino, per arrestarsi sul padiglione posto in aderenza al confine posteriore,
entrambi in asse. Al piano terra vi erano gli ambienti di servizio; la scala principale si trova
nell'androne sul lato sinistro entrando. Tutti gli ambienti del piano nobile, con l'eccezione di quelli che
nel corso degli anni vennero destinati a servizi (cucina e bagni) sono decorati sia sulle volte che sulle
pareti. Sensibile e ovvia, dato il tempo ed il luogo, è l'influenza archeologica e antiquaria sulla
tipologia decorativa.
CRITERI DI RESTAURO:
Dopo circa un anno dedicato alle operazioni di rilievo e di progetto di massima ed esecutivo, ottenute
le necessarie autorizzazioni da parte della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici, il
restauro della villa è cominciato all'inizio del 1991. Esso è stato condotto sotto l'Alta Sorveglianza
della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici, di quella per i Beni Artistici e Storici e
dell'Ente per le Ville Vesuviane ed ha avuto termine alla fine del 1993, con l'eccezione del restauro
delle decorazioni interne, che è tutt' ora in corso. Il criterio di restauro seguito è stato quello del
recupero filologico di tutti gli interventi susseguitisi nel tempo e non compatibili con il monumento.
Sono stati salvati, ovunque possibile, i pavimenti e gli infissi, sia interni che esterni, recuperando
l'antica spazialità interna, che bene si adatta ad un uso pubblico della struttura. Ove questo recupero
non è stato possibile sono stati scelti materiali e tecnologie riconducibili a quelle originarie.
DESCRIZIONE DEL GIARDINO:
Il giardino di Villa Signorini è uno dei pochi delle Ville Vesuviane conservatosi integro nell'estensione
planimetrica, è tornato, a seguito del restauro ultimato nel 93', ai fasti di un tempo. Tale affermazione
trova riscontro nella lettura della Mappa del Duca di Noja e da alcuni disegni del Geri che curò la
sistemazione del parco dell'adiacente Palazzo Reale di Portici, residenza estiva dei Borbone. Esso
confina a nord/est con il parco inferiore del Palazzo Reale e nella parte centrale conserva la
sistemazione originaria, bell'esempio di giardino all'italiana.
La zona verso il mare presenta un viale di accesso dalla strada che divide l'area destinata ad
agrumeto ( le antiche pertinenze agricole ) da un filare di Phoenix parallelo alla villa. Il viale
prosegue attraverso un grillage in ferro con colonne in ghisa di fine' 800 sormontato da un bel glicine
e culmina in una piazzola al centro della quale è ubicata una colonna greca. Significative sono le due
strutture in ferro lavorato di inizio secolo delimitanti il giardino centrale che fungono da spalliera al
roseto.
Il giardino lato monte risulta simmetrico rispetto alla villa con quello lato mare ed ha anch'esso
accesso diretto dalla strada. Il perimetro è definito da gelsomini alle pareti e siepi di alloro come
bordure. Degna di nota è una camelia posta nelle adiacenze dell'ingresso lato monte la cui età è
stimata in 70 anni.
o proprietarie
Proprietarie
In affitto
residenti
Occupati
Disoccupati
Pendolari
Non pendolari
Italiani
Stranieri

59 Mbit/s
20 Mbit/s

Pubblica sicurezza
647,88 Mt

Scuole
407,98 Mt

Aeroporti
9,70 Km

Stazioni ferroviarie
581,64 Mt

Porti
619,30 Mt

Ospedali
3,67 Km
Qualità scarsa

Qualità media

Qualità ottima

Appuntamento
Informazioni